Carissime/i amici del CNCM,
Siamo orgogliosi di raccontarvi l’esperienza veneziana di “Capitani Coraggiosi” con le parole del giornalista Luca Attanasio:
“Io capitano” il film di Matteo Garrone, vincitore del Leone d’argento alla mostra del cinema di Venezia, presentato il 6 settembre, affronta con toni poetici e romantici, il drammatico fenomeno di migranti, in gran parte minorenni, costretti dai trafficanti a guidare natanti carichi fino all’inverosimile di esseri umani senza la minima esperienza, e trattati, una volta arrivati in Italia, come pericolosi criminali.
La storia di Seydou, il ragazzino che parte a 15 anni dal Senegal e viene obbligato a Tripoli a divenire ‘capitano’ del barcone, poi arrestato perché considerato l’ultimo anello della catena del traffico (nella realtà Fofana Amara, partito a 14 anni dalla Guinea), è tanto vera quanto cruda, ed è solo una tra le migliaia.
Il film di Garrone, tra i tanti, ha anche un pregio narrativo riguardo il fenomeno delle migrazioni verso l’Europa. Con il linguaggio dell’arte fa emergere cosa ci sia dietro un migrante che riesca ad approdare nel vecchio continente, fa uscire dalla massa le storie dando anima a un fenomeno che nella cronaca quotidiana sembra deumanizzato. Gli affetti, i rapporti, i desideri, i sogni, situazioni talvolta impossibili, povertà, guerre.
Ma anche cosa significhi per qualsiasi persona, che sia giovane, vecchia, donna, uomo, bambino, ricca o poverissima non importa, affrontare un viaggio senza la minima possibilità di farlo legalmente.
Chi tenta l’affondo alla fortezza Europa, ormai, dall’Africa, il Medio Oriente o l’Asia ha una sola opzione: affidarsi ai trafficanti.
Pagare somme esorbitanti, venire torturato, violato, umiliato e, soprattutto, morire, non solo in mare ma nel deserto, nelle prigioni ciadiane, sudanesi o libiche, al confine tra Iran e Turchia.
Con la liricità e il romanticismo del linguaggio della settima arte, Io capitano, squarcia il velo su questa incapacità del vecchio continente, il più ricco ed evoluto, di pensare strategie giuste e rispettose dei diritti, prime che umane.
Organizzato da Cncm (Coordinamento Nazionale Comunità Minori) e Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), con la collaborazione e la preziosa ospitalità di The Human Safety Net presso la splendida cornice della Procuratie Vecchie – Piazza San Marco, il dibattito Capitani Coraggiosi, ha “sfruttato” il capolavoro di Matteo Garrone per discutere del tema con autorevoli esponenti esperti e con i protagonisti del fenomeno.
Dopo la visione del trailer, il pubblico, oltre 120 persone, ha prima ascoltato i saluti degli organizzatori: Alexia Bono direttrice di The Human Safety Net, Gianni Fulvi Presidente CNCM, e Liviana Marelli, Consiglio Nazionale CNCA e poi assistito a un lungo contributo video di Matteo Garrone che, intervistato dal giornalista Luca Attanasio, ha spiegato genesi, spirito e senso del film.
Ad aprire il dibattito, ha pensato Fofana Amara in collegamento da Liegi, Belgio, il vero protagonista della storia che ha ispirato il film: “Mi hanno affidato un barcone con a bordo 250 persone – ha detto – senza che avessi esperienza e minacciato di morte se mi fossi rifiutato. Quando sono arrivato in Italia, ero convinto che mi avrebbero accolto come un eroe. Invece sono finito in carcere” e uscito un mese dopo perché minore, è stato messo alla porta senza neanche un indirizzo, un nome, una realtà a cui rivolgersi.
“Esiste un impiego frequente di minori o migranti scelti a caso come scafisti che non fanno assolutamente parte della rete criminale – ha spiegato Gigi Omar Modica (già giudice Corte di Appello di Caltanissetta, Giudice Tribunale di Palermo). C’è la certezza assoluta che le organizzazioni criminali che predispongono i viaggi non vengono mai in Europa perché sanno benissimo che finirebbero in galera”. Si colpiscono, quindi, innocenti, nella illusione di fermare un traffico criminale molto ben organizzato.
“Alla parola accoglienza – gli ha fatto eco Antonio Sangermano capo dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità – va sempre accompagnata la parola integrazione altrimenti l’accoglienza assume valore negativo. Accoglienza, integrazione e legalità sono la base e l’Italia può vantare la legge 47 (cosiddetta Legge Zampa) improntata su accoglienza assoluta del minore”.
“Papa Francesco ha scelto come slogan per la Giornata del Migrante “liberi di scegliere di partire o di restare” – ha dichiarato Stefano Enzo Direttore Caritas Venezia – si ragiona raramente sulla libertà della persona, qualcuno vorrebbe restare ma deve fuggire, altri desiderano tornare. L’importante, però, è che si trovi il modo per garantire accessi legali, nessuno deve fare quei viaggi infernali”.
“La legge italiana condanna chi in mare omette di salvare vite umane ma di recente – ha detto Alessandro Metz di Mediteranea Saving Humans – chi salva in mare è paragonato a un criminale.
Noi incontriamo storie, volti, amici, non numeri, i numeri non creano empatia.
Le storie, cambiano la vita e la mentalità”.
Tra gli applausi, la commozione, le lacrime e la grande partecipazione di tutti, si è quindi concluso con un intervento molto toccante dello scrittore senegalese Ibrahim Lo, giunto in Italia dopo l’inferno del viaggio e della Libia, un convegno che con pacatezza e ragionamento, ha affrontato un tema spesso vittima di isterismi e irrazionalità.
Il CNCM ci tiene a ringraziare calorosamente tutti coloro che con il loro impegno e la loro collaborazione hanno reso possibile questo evento e si sono uniti negli applausi per tutti i Capitani Coraggiosi